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American Gangster

Ultimo Aggiornamento: 10/05/2008 13:46
03/02/2008 19:34
 
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Harlem, 1968. Frank Lucas, gangster nero e "ricercato", ama la famiglia, prega in chiesa e fa la guardia a Bumpy Johnson, un "padrino" che accoglie le suppliche di Harlem e distribuisce tacchini il Giorno del Ringraziamento. Richie Roberts, detective ebreo e incorruttibile della contea di Essex, sta divorziando dalla moglie, ha dimenticato di dire le preghiere e dà la caccia ai malavitosi e ai distributori di tacchini. Alla morte di Johnson, Lucas, più moderno e manageriale del vecchio padrino, subentra nelle sue attività, elimina gli avversari e diventa in pochi anni un potente boss della droga. Scavalcando le famiglie mafiose e rifornendosi di eroina direttamente nel sud-est asiatico, Lucas accumula una fortuna e attira l'attenzione di Richie Roberts. I loro percorsi, opposti e paralleli, si incontreranno sotto il ring del match del secolo: Alì-Frazier. Soltanto uno resterà in piedi, vincendo ai punti.
Dentro una fotografia livida e bluastra, sotto un cielo che piove pioggia e neve, si fronteggiano due eserciti: da una parte i gangsters e i poliziotti corrotti della Unità Speciale della Narcotici, dall'altra gli agenti di Roberts, "puri" come l'eroina spacciata da Lucas. Da una parte il caos, dall'altra l'ordine.
Come nel Gladiatore la disposizione degli "eserciti" prima della battaglia esprime una diversa visione del mondo: la pianificazione di un dominio (controllare il mercato dell'eroina sulla 116ma strada) e la "rivolta" contro l'aggressione dei dominatori. Anche questa volta Ridley Scott ha l'urgenza di raccontare la storia di due antagonisti che, come accade spesso nel suo cinema, sono l'uno il doppio dell'altro: Frank e Richie come Commodo e Maximus, o più indietro nel tempo e nella filmografia del regista, come i cavalieri duellanti D'Hubert e Féraud. Due destini incrociati, due percorsi chiasmici: Frank scende nell'arena (o sale sul ring) per diventare protagonista e rivendicare per sé il "sogno americano" di Luther King, Richie, spettatore diligente, assiste alla sua rappresentazione su un palcoscenico diventato universale.
Ridley Scott si porta dietro dall'Europa e porta avanti negli States il progetto di cinema d'intrattenimento colto, di mainstream che si nutre di arte, di letteratura hard-boiled, di fumetto, di spot pubblicitari e di riviste di architettura. Mutuati i fendenti metallici dei Duellanti e del Gladiatore coi colpi sibilanti di pistole e fucili automatici, American Gangster è il tentativo di mostrare il microcosmo di Frank Lucas come la metafora di un macrocosmo: la società statunitense nata dalla violenza della frontiera, dallo sterminio degli indiani e dal lavoro schiavistico. Violenza che resta una costante di questa società. Siamo negli anni '70 e la Storia irrompe nel film di Scott restituendo l'allucinazione del Vietnam, la temperatura del conflitto e gli interessi intorno al conflitto. Frank Lucas è un nero del Sud che costruisce una versione personale e anomala di una storia americana di successo, che sostituisce il "padre" al comando e che rappresenta l'ascesa di una generazione contro un'altra: vecchia-nuova America, vecchia-nuova "mafia" (Lucas acquisisce il modus operandi della struttura mafiosa, impiegando nel suo business i cinque fratelli e i tanti cugini). Lo stesso Frank subirà, nell'ultimo e significativo fotogramma, l'affiorare aggressivo della next generation, la generazione successiva rappresentata (ma disincarnata) dal rampante hip-pop. Il "sipario" del carcere si chiude dietro al vecchio criminale rigettato nell'arena per farsi vampirizzare dalle nuove orde di enfants terribles.
Russell Crowe e Denzel Washington sono Richie e Frank: corpi pesanti e massicci in contrasto coi volti in cui l'espressione passa per accenni lievissimi, per impercettibili increspature, per linee che si muovono appena colmando l'inquadratura senza muovere un muscolo. Attori senz'altro credo che il loro inarrivabile talento.

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Ezechiele: 25,17
Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti
e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perchè egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te.
- Jules Winnfield - Pulp Fiction.
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03/02/2008 19:37
 
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l'ho visto domenica scorsa
non è assolutamente ai livelli del padrino - che è un capolovoro - comunque è un film bello da vedere con 2 ottimi attori come protagonisti.
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Ezechiele: 25,17
Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti
e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perchè egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te.
- Jules Winnfield - Pulp Fiction.
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04/02/2008 11:16
 
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simeone
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l'ho visto anche io
in effetti non è come il padrino o come altri film del genere... la storia è affascinante e gli attori bravi (però i mafiosi come al pacino o de niro sono un altra cosa..) però ho avuto l'impressione che con una storia del genere si poteva fare di più, mi sà di incompiuto.
04/02/2008 21:35
 
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A me è piaciuto tantissimo... io sono un'amante del genere e devo dire che dà soddisfazione. Gli attori sono bravissimi e secondo me in lingua originale sarebbe ancora più evidente.
La storia è forte, a me piacciono un sacco le storie di poliziotti e criminali basate su fatti veri!! E la regia è coinvolgente!
bello, da vedere!!
05/02/2008 10:42
 
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non è assolutamente ai livelli del padrino - che è un capolovoro - comunque è un film bello da vedere con 2 ottimi attori come protagonisti.




Ai Livelli del Padrino? Ebè non direi proprio...
E neanche vicino a quelli di Scarface o Quei bravi ragazzi o Blow!

Cmq tutto sommato devo dire che mi è piaciuto ed è un bel film, anche se la trama è un po' troppo classica.... e non continuo per non rovinare il film a chi non l'ha visto!


Profilo Facebook di Mark Lenders
10/05/2008 13:46
 
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ivo
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appena visto
ovviamente avete tutti ragaione sul fatto che non ha niente a che vedere con il padrino, peró a me é piaciuto, socio son d'accordissimo sul fatto che sia troppo "classico", e visto che si raccontava di una "famiglia" di neri si potevano inventare qualcosa di + originale, cmq ripeto il film per me e' bello,non sarà scarface pero di sicuro lo metto sopra Blow.
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