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E' incredibile la facilità colla quale riesci(ite) a trovare motivi di antiamericanismo. Ma è ovvio. Lo stile fascio-comunista della gestione delle aziende private-di stato, capital-nazionalizzate crea a lungo termine crisi. A queste è stato sempre risposto con ancor più fascio-comun-corporativismo. E quindi ancor più crisi. Ottomila dipendenti destinati ancora a quella presa per il culo della cassaintegrazione, ammortizzatore sociale all'italiana che lascia le famiglie in mezzo alla strada.
La situzione attuale della FIAT è ovvia. Sempre è stata rifiutata la logica del privato come miglioratore della società e delle condizioni di lavoro. Mai s'è voluto dicutere in maniera liberalsocialista e quindi liberista delle tutele, vere e non fittizie, del lavoratore.
L'unico rimedio è competere. La Fiat non l'ha mai saputo fare. La Fiat ha avuto le scarpe senza mai aver imparato ad allacciarsele. Ed ora iciampa sulle sue stringhe. La GM potrà essere una salvatrice. Me lo auguro. Ma solo se il governo riuscirà a resistere alle pressioni quantomai ipocrite di sindacati e partiti della sinistra becera e comunista e degli statalisti della destra.
E' grottesco che Bertinotti risponda con lo slogan "nazionalizzazione". Grotteschi sono i titoli di "liberazione" dove il crollo della Fiat è definito come il fallimento del capitalismo. Quale capitalismo? Con quale nazionalizzazione si risponde a ciò ch'è già nazionalizzato?
Ed i lavoratori. Se quegli ottomila saranno in mezzo ad una strada, in "via cassaintegrazione" per qualche anno, per poi passare in "corso prepensionamento" significa che non avranno la dignità d'una vita dignitosa, nè loro, nè i loro figli, nè i figli degli altri.
Quindi subito sussidio di disoccupazione ed apertura del mercato del lavoro e ricollocamento.
Liberismo liberalsocialista è la risposta ad ogni ovvia crisi, figlia del clerofasciocomunismo.