discussioni interessanti

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simo
00mercoledì 9 ottobre 2002 20:55
Mi piace venire sul forum solo quando ci sono discussioni su argomenti "impegnati" come quello della guerra e altri che ogni tanto vengono fuori.

Per questo vorrei provare a lanciare un discorso che, anche se so che nessuno mi seguirà, mi piacerebbe approfondire e inadagare, visto che ciò mi è venuto in mente stasera. Invito ogni di voi ad approfondire (navigando) l'argomento in cerca di informazioni utili a questa causa.

L'argomento, o meglio, la domanda che mi pongo è la seguente:

e se dietro alla crisi della FIAT ci fosse la General Motors?
simo
00mercoledì 9 ottobre 2002 21:05
perchè questo dubbio?
Ora vorrei spiegare perchè ho avuto questo sospetto:

Come sapete tutti la GM ha acquistato a giugno il 20% delle azioni di FIAT auto; ora con la FIAT in crisi piena, perdita del 8%, azioni crollate da 25 a 8 euro e rischio di licenziamento per 8.000 dipendenti, l'unica ancora di salvataggio per la FIAT rimane, a detta degli analisti di mercato, la cessione definitiva del gruppo alla General Motors, ovviamente ad un prezzo "stracciato". Fin qui potrebbe essere solo uno stupido sospetto, ma stasera ho letto che la GM controlla anche un altro gruppo tedesco, la OPEL, anch'essa in piena crisi e in aria di essere ceduta definitivamente alla potenza statunitense che, per chi non lo sapesse, è la più potente casa automobilistica del mondo e tra le imprese multinazionali in assoluto più grandi.[SM=g27994]m19:
Merio
00giovedì 10 ottobre 2002 15:34
in risposta
E' incredibile la facilità colla quale riesci(ite) a trovare motivi di antiamericanismo. Ma è ovvio. Lo stile fascio-comunista della gestione delle aziende private-di stato, capital-nazionalizzate crea a lungo termine crisi. A queste è stato sempre risposto con ancor più fascio-comun-corporativismo. E quindi ancor più crisi. Ottomila dipendenti destinati ancora a quella presa per il culo della cassaintegrazione, ammortizzatore sociale all'italiana che lascia le famiglie in mezzo alla strada.
La situzione attuale della FIAT è ovvia. Sempre è stata rifiutata la logica del privato come miglioratore della società e delle condizioni di lavoro. Mai s'è voluto dicutere in maniera liberalsocialista e quindi liberista delle tutele, vere e non fittizie, del lavoratore.

L'unico rimedio è competere. La Fiat non l'ha mai saputo fare. La Fiat ha avuto le scarpe senza mai aver imparato ad allacciarsele. Ed ora iciampa sulle sue stringhe. La GM potrà essere una salvatrice. Me lo auguro. Ma solo se il governo riuscirà a resistere alle pressioni quantomai ipocrite di sindacati e partiti della sinistra becera e comunista e degli statalisti della destra.

E' grottesco che Bertinotti risponda con lo slogan "nazionalizzazione". Grotteschi sono i titoli di "liberazione" dove il crollo della Fiat è definito come il fallimento del capitalismo. Quale capitalismo? Con quale nazionalizzazione si risponde a ciò ch'è già nazionalizzato?

Ed i lavoratori. Se quegli ottomila saranno in mezzo ad una strada, in "via cassaintegrazione" per qualche anno, per poi passare in "corso prepensionamento" significa che non avranno la dignità d'una vita dignitosa, nè loro, nè i loro figli, nè i figli degli altri.
Quindi subito sussidio di disoccupazione ed apertura del mercato del lavoro e ricollocamento.

Liberismo liberalsocialista è la risposta ad ogni ovvia crisi, figlia del clerofasciocomunismo.

simo
00giovedì 10 ottobre 2002 20:34
x merio
Caro Emanuele, mi farebbe piacere che nei tuoi prossimi interventi parlassi attualizzando le tue idee al reale problema e non riciclare gli stessi discorsi inserendoli ovunque, anche dove non hanno modo di entrare. Dimmi dove li metti ora 8.000 lavoratori quando devi ancora sistemarne altrettanti. La crisi della FIAT, se veramente vi è una crisi di mercato, è dovuta al fatto che la FIAT non riesce a tenere la concorrenza delle case produttici orientali (la honda ha incrementato le vendite in italia del 93%) che hanno un prodotto migliore a costi più bassi per via di costi di produzione, che da quelle parti costano di meno, e costi di importazione che per importare in italia sono ridicoli in confronto a quelli che dobbiamo sostenere noi per esportare in Cina. Alla luce di ciò non ti puoi permettere, tu stato italiano, di mandare a casa 8.000 lavoratori perchè le tue aziende non tengono la concorrenza straniera; lo stato deve garantire il lavoro ai suoi cittadini ("l'italia è una repubblica fondata sul lavoro") e dimmi cosa gli fai fare davanti ad una economia globalizzata che non permette al tuo paese (non importa quali siano i motivi) di competere sul mercato mondiale con altri; cosa gli fai produrre ai tuoi cittadini? Io non lo so, se tu hai una risoluzione al problema, che non siano le tue solite cazzatte sul libero mercato e sulla concorrenza (perchè la concorrenza prevede "morte tua, vita mia"), dimmelo.
Merio
00venerdì 11 ottobre 2002 03:44
Ma ripeto che venga la manna americana e giapponese e di dove vuoi a riconvertire quelle strutture! La FIAT non può competere, non ne ha i mezzi, non l'ha mai saputo fare! Il governo italiano non può salvare di nuovo gli Agnelli come i precedenti hanno fatto più volte. Basta! Bisogna prendere atto della situazione e non lasciare 8000 persone in mezzo ad una strada! Che venga la manna, che venga!
simo
00sabato 12 ottobre 2002 20:19
il fallimento del capitalismo
quello della FIAT è solo uno stornuto della malattia del capitalismo che un giorno crollerà su stesso e il mondo dovrà ricominciare da capo. La nostra era finirà come sono finite tutte quelle passate, ricordiamoci che la storia non si è fermata.
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