Iraq, il 14 febbraio giorno della verità

BERLINO – Scatterà Venerdì 14 febbraio l’ora fatidica per la presentazione alle Nazioni Unite del piano Mirage, il progetto di pace messo a punto da Francia e Germania che ha scatenato i consensi e le ire della comunità internazionale.

Il piano, che prevede infatti il dispiegamento di migliaia di caschi blu in Iraq e il proseguimento prolungato delle ispezioni in Iraq pur di scongiurare la guerra, ha trovato nel presidente russo Vladimir Putin un nuovo sostenitore, ma fa crescere negli Stati Uniti, ormai decisi alla guerra, grande disappunto.

Giornata frenetica per la diplomazia internazionale ieri. Prima l’intervento di Parigi, che ha tenuto a precisare che le proposte di pace elaborate con Berlino, non “hanno nulla di segreto”. Poi la visita di Putin nella capitale tedesca: qui il presidente russo ha mostrato il proprio favore per un piano che potrebbe evitare il conflitto in Iraq.

Ma se la mossa di Parigi e Berlino piace anche alla Russia, Washington dall’altra parte ha già bocciato l’iniziativa. La chiusura è arrivata dal segretario di Stato Colin Powell, secondo cui il conflitto si può evitare solo se Saddam comincia a collaborare.

Di fatto proprio ieri gli ispettori delle Nazioni Unite hanno confermato che il regime iracheno sta aiutando i funzionari Onu, a cui ieri sono stati forniti nuovi documenti sulle armi di distruzione di massa.

Ma a scendere apertamente in campo con un gesto forte e rappresentativo contro la guerra è stato anche il Vaticano. Proprio oggi il cardinale Etchegaray porterà a Baghdad un messaggio di pace del Papa. Giovedì il Pontefice riceverà il vice-premier iracheno Tarek Aziz. Più scettico invece il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, secondo cui sarà difficile evitare la guerra.

Anonimo è colui che ha la coscienza sporca.